di Marco Capponi
Caro babbo Natale, quest’anno sotto l’albero vorrei trovare…Tanti genitori e nonni, alle prese con le letterine di Natale di figli e nipoti, si trovano davanti a una scelta. Da una parte soddisfare i piccoli sfizi dei bambini. Dall’altra associare ai piccoli doni tangibili qualcosa che permetta loro di costruire il futuro più sereno e senza difficoltà economiche. Regalo magari meno apprezzato nell’immediato, ma che potrebbe rivelarsi salvifico tra 10, 20 o 50 anni. E l’esigenza è tanto più impellente se si considera che le giovani generazioni potrebbero trovarsi a fare i conti con un futuro pensionistico di povertà e dipendenza da un sistema di previdenza pubblica sempre meno generoso.
Per quei genitori o nonni lungimiranti che scegliessero la seconda opzione un regalo da mettere sotto l’albero può essere quello di un piano di accumulo di capitale, o pac. Modalità di sottoscrizione di strumenti finanziari come fondi ed etf che permette di accedere nei mercati attraverso il versamento di piccole somme di denaro dilazionate nel tempo. «Oggi la liquidità presente sui conti correnti è enorme», spiega Natale Borra, head of distribution di Fidelity International, «e con un’inflazione in crescita che rischia di erodere i risparmi è importante più che mai educare i risparmiatori a comprendere l’importanza di una pianificazione finanziaria di lungo termine». In questo contesto, aggiunge, «i piani di accumulo possono essere uno strumento efficace in quanto, oltre a rendere accessibile l’investimento anche a coloro che pensano di non disporre di somme sufficienti, permettono di gestire al meglio l’emotività legata a eventuali periodi di volatilità».
I pac sono pensati appunto con un meccanismo flessibile: il risparmiatore può selezionare l’importo che preferisce, la scadenza delle rate e la durata di permanenza nell’investimento. «Uno dei vantaggi principali», elenca Davide Gatti, responsabile divisione retail e private di Anima, «è che permette di gestire l’emotività, evitando quegli errori cosiddetti di timing, in cui è facile incorrere nelle fasi di volatilità e incertezza». Inoltre, aggiunge il money manager, «l’investitore viene ad adottare, in modo naturale, un comportamento virtuoso, grazie a una sorta di risparmio forzoso». Si tratta dunque di «un regalo lungimirante: è perfetto per chi dispone di un orizzonte temporale lungo, come bambini e ragazzini, e insegna loro l’importanza della costanza e della pazienza. Due valori fondamentali nella vita, forse anche più del capitale che accumuleranno», conclude.
I pac, evidenzia Paolo Paschetta, country head Italia di Pictet Asset Management, «sono uno strumento universale, adatto a ogni tipologia di investitore e di patrimonio: possono aiutare i più giovani ad abituarsi al risparmio e a impiegare in modo redditizio quanto accumulato nel tempo, ma possono essere al contempo uno strumento per chi vuole costituire una forma di previdenza complementare». Senza contare un’altra caratteristica, sottolineata dal money manager: «i piani di accumulo si sposano alla perfezione con gli investimenti tematici legati ai megatrend: fenomeni che producono i loro effetti su periodi di tempo che possono durare decenni». Di conseguenza, conclude Paschetta, «chi utilizza un approccio tematico legato ai megatrend è per definizione proiettato nel futuro: i pac si abbinano in modo naturale con questa logica di investimento di lungo termine». La simulazione in pagina elaborata da Pictet Am mostra inoltre che i pac sono utili per entrare in modo vincente nel mercato durante i periodi di correzione: chi avesse sottoscritto un simile investimento da 4.600 euro nel 2007, all’alba della crisi finanziaria, dopo il versamento di 36 rate mensili da 100 euro si troverebbe oggi a godere di un rendimento prossimo al 300%, contro il 219% di chi avesse versato la stessa somma in un’unica soluzione.
Considerata la flessibilità dello strumento risulta evidente chiedersi quindi a quali logiche di investimento possa essere correlato. «Provando a generalizzare», afferma Andrea Rocchetti, head of investment advisory di Moneyfarm, «un risparmiatore dovrebbe preferire una soluzione diversificata, sufficientemente esposta ad asset class potenzialmente redditizie e la cui volatilità può essere smussata dall’investimento ricorrente, che permetta una certa flessibilità per sospendere il versamento qualora ve ne sia la necessità e che abbia una struttura di costo il più possibile snella». Alla voce dei costi, per l’appunto, quelli da tenere prevalentemente in considerazione, «oltre alle spese ricorrenti, sono quelli di ingresso e i diritti fissi sui versamenti». Questi possono infatti, conclude il money manager, «zavorrare l’importo investito ricorrentemente, inficiando il risultato complessivo dell’investimento».
Oltre ai pac, ci sono poi altri strumenti a basso costo che possono costituire valide idee di investimento da mettere sotto l’albero. Ad esempio il risparmio postale. I buoni fruttiferi, emessi da Cassa depositi e prestiti, non hanno costi di sottoscrizione e rimborso (salvo gli oneri fiscali) e godono di una tassazione agevolata al 12,5%. Attualmente quelli che rendono di più sono i 4×4: pensati per chi ha intenzione di restare nell’investimento fino a 16 anni, hanno tuttavia un rendimento annuo lordo a scadenza piuttosto contenuto, pari allo 0,75% alla fine del sedicesimo anno di permanenza. Infine, un’ulteriore opzione è quella dei libretti postali con offerta Supersmart: studiata per i possessori di un Libretto Smart, con un accantonamento minimo di 1.000 euro e offerta a 360 giorni hanno un tasso di interesse annuo lordo a scadenza dello 0,4%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Fonte: Milano Finanza del 19/12/2021