Skip to main content
News

Il private equity non tira il freno

Osservatorio Pem: a gennaio e febbraio realizzati 52 deal. Nel 2021 erano stati 45

di Marco Capponi

Dal maxi investimento del fondo Fsi di Maurizio Tamagnini, che ha messo in campo 500 milioni di euro per la monetica di Iccrea Banca (Bcc Pay), all’ingresso dell’americano Stephen Pagliuca nell’Atalanta per quasi 190 milioni, il primo bimestre del 2022 è stato caratterizzato da una forte vivacità nel settore del private equity italiano. La consueta mappa dell’Osservatorio Pem di Liuc Business School in collaborazione con Deloitte, Eos Im, Fondo Italiano d’Investimento Sgr, McDermott Will&Emery, Value Italy Sgr e Unicredit ha censito tra gennaio e febbraio 52 nuovi investimenti, che si confrontano coi 45 dello stesso periodo del 2021 dei record.

In un contesto non positivo per i mercati pubblici, alle prese dapprima con inflazione e aumento dei tassi e poi con la volatilità portata dal conflitto in Ucraina, il private equity ha saputo reagire con solidità. E l’abbassamento delle valutazioni di molte società in uno scenario incerto potrebbe condurre nei prossimi mesi a un’ulteriore accelerazione degli investimenti privati. Nel bimestre i deal di buy out si sono confermati predominanti: quasi due operazioni su tre (62%) sono riconducibili a questa tipologia. L’Osservatorio ha però mostrato come, a livello relativo, il mercato italiano del private equity sia sempre più caratterizzato dal comparto infrastrutturale, con 10 operazioni di settore (19% del totale).Anche a livello geografico, pur rimanendo la Lombardia il terreno d’elezione per gli operatori privati (oltre un’operazione su quattro si è svolta in regione), la polarizzazione si sta assottigliando: Emilia-Romagna e Veneto seguono al 13% e 12% dei deal, e Toscana e Lazio riescono ad arrivare in doppia cifra, entrambe al 10%.

Le aziende italiane continuano inoltre a rappresentare prede interessanti per gli operatori internazionali: a loro l’Osservatorio ha ricondotto nei due mesi il 54% delle operazioni. Oltre all’Atalanta, altri deal rilevanti attribuibili a fondi esteri sono stati l’acquisto di una quota di controllo di Kedrion (biopharma) da parte di Permira (insieme all’Abu Dhabi Investment Authority) e il buy out di Apax Partners, tramite la controllata GamaLife, su un portafoglio di polizze vita italiane di Zurich Insurance, per un valore di 128 milioni. «Dal nostro punto di vista», ha osservato Filippo Jacazio, responsabile leveraged finance Italy di Unicredit, «possiamo confermare come il mercato sia partito con una pipeline robusta, tanto che sono già state annunciate alcune operazioni importanti»: a tal proposito l’esperto ha citato anche «l’acquisto di Biofarma da parte di Ardian e quello di Dainese da parte di Carlyle». Ora però, ha ricordato, «l’attenzione è concentrata sugli impatti del conflitto in Ucraina e le tensioni geopolitiche, per capire se alcuni processi di vendita verranno posticipati».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Fonte: Milano Finanza del 15/03/2022