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Powell: l’inflazione è transitoria, non è tempo di tapering

Il presidente della Federal Reserve al Congresso: ma siamo sempre pronti a intervenire se i prezzi andranno fuori controllo

di Marcello Bussi

Nonostante il +5,4% di inflazione registrato a giugno negli Stati Uniti, il balzo in avanti più forte dall’agosto 2008, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell continua a sostenere che il rialzo sia solo temporaneo. Lo ha ribadito anche ieri in audizione al Congresso, affermando che l’inflazione è aumentata notevolmente e probabilmente rimarrà elevata nei prossimi mesi, prima di moderarsi. I problemi di approvvigionamento legati alla pandemia e ad altri eventi, ha spiegato Powell, hanno portato a rapidi aumenti dei prezzi per alcuni beni e servizi, che però «dovrebbero in parte invertirsi quando si attenueranno gli effetti dei colli di bottiglia».

Powell ha quindi sottolineato che l’economia dovrà migliorare ulteriormente prima che la Fed cominci a modificare la politica monetaria costituita da tassi d’interesse tra lo 0 e lo 0,25% e acquisti di titoli di Stato e bond garantiti da mutui al ritmo di 120 miliardi di dollari al mese. In ogni caso, Powell ha assicurato che la Fed è sempre pronta a intervenire nel caso in cui l’inflazione dovesse finire fuori controllo. L’insieme di queste dichiarazioni pare avere soddisfatto gli investitori, visto che Wall Street viaggiava in lieve rialzo a due ore dalla chiusura, mentre il rendimento del T-Bond decennale Usa è sceso di 7 punti base, all’1,357%. Come quasi sempre accade, i mercati hanno deciso di non andare contro la Fed, nonostante circoli un certo scetticismo sul fatto che l’impennata dell’inflazione possa essere effettivamente temporanea. Ai congressisti Powell ha spiegato che «le condizioni del mercato del lavoro continuano a migliorare, ma resta ancora molta strada da fare». Insomma, l’economia non è ancora migliorata a tal punto da giustificare l’inizio del tapering, ovvero la riduzione degli acquisti di bond, spiegando che l’avvio delle operazioni non sarà dettato da una serie di numeri specifici. Il presidente della Fed ha anche assicurato che «come abbiamo detto, daremo un preavviso prima di annunciare qualsiasi decisione di apportare modifiche» alla politica degli acquisti di bond. Quanto alla disoccupazione, che a giugno era al 5,9%, Powell ritiene che possa scendere fino al 3,5%.

Nel frattempo sul fronte macro a giugno i prezzi alla produzione negli Stati Uniti sono cresciuti dell’1% a livello mensile, superando il consenso (+0,5%). In salita nella settimana al 9 luglio si confermano anche le richieste di mutui (+16%), mentre calano a 437,6 milioni di barili le scorte settimanali di greggio (-7,9 milioni di barili).

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Fonte: Milano Finanza del 15/07/2021