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Tapering rallentato

By 29/09/2021No Comments

di Elena Dal Maso

La banca centrale Usa ha raccontato ai mercati quello che si aspettavano e ha mostrato la flessibilità di cui avevano bisogno considerata la complessa situazione attuale. Quindi la settimana scorsa il governatore della Fed, Jerome Powell, ha parlato di avvio di tapering, la riduzione degli acquisti di asset a breve (ora per 120 miliardi di dollari al mese) probabilmente già a novembre fino a metà del prossimo anno e un aumento dei tassi di interesse nel 2022. Il governatore ha assicurato il costante sostegno all’economia se ce ne fosse bisogno. Anche perché il pil è atteso crescere quest’anno del 5,9% rispetto al 7% inizialmente previsto, mentre l’inflazione è stimata al 4,2% nel 2021, spinta dalla fiammata delle materie prime.

Dalle proiezioni economiche dei membri del board (dot-plot) è emerso poi che il costo del denaro, ora fermo allo 0,25%, è atteso all’1,8% (mediano) nel 2024. Un dato che può essere confrontato con il 2,4% del dicembre 2018, a significare la grande cautela della Banca centrale americana in un momento in cui l’inflazione corre, spinta dalla mancanza delle materie prime, di cui la Cina a suo tempo ha fatto scorta mentre nel 2020 il mondo era in lockdown stretto e l’unico grande Paese ad avere un pil positivo era per l’appunto Pechino. Non a caso i mercati hanno reagito bene alla conferenza stampa di Powell, la settimana scorsa. Con un costo del denaro che rischia di restare molto contenuto per anni, le azioni continuano ad avere pochi concorrenti sul mercato. E l’unico motivo per cui Wall Street ha chiuso la settimana in leggero rosso è per le vicende di Evergrande, il colosso immobiliare cinese sull’orlo del default e, in secondo luogo, a causa della Banca centrale di Pechino che ha avvertito i mercati che ogni transazione in criptovalute è considerata illegale.

Secondo Silvia Dall’Angelo, senior economist per la divisione internazionale di Federated Hermes, «la Fed è sulla buona strada per il tapering verso la fine di quest’anno, ma tutto ciò potrebbe verificarsi in una fase imbarazzante, dato che la crescita, l’inflazione e lo stimolo fiscale hanno probabilmente superato i rispettivi picchi, mentre i rischi relativi all’evoluzione della pandemia non sono scomparsi». Inoltre sono emersi nuovi rischi riguardanti le dinamiche politiche interne e gli sviluppi internazionali, prosegue Dall’Angelo, «in particolare le turbolenze nel settore immobiliare cinese. Tutte queste considerazioni determineranno alla fine la traiettoria di rimozione del sostegno della politica monetaria, un processo che sarà probabilmente lungo e cauto».

Le incertezze attuali che stanno incombendo sull’economia hanno spinto Tiffany Wilding, economista esperta di America Settentrionale per conto di Pimco, a rivedere al ribasso le prospettive per la crescita statunitense nel 2021 e al rialzo le previsioni sull’inflazione. «E anche se continuiamo a considerare l’attuale fase di inflazione come guidata da fattori che dovrebbero dissiparsi nel corso del prossimo anno, siamo anche un po’ più preoccupati per un’ulteriore accelerazione delle aspettative di inflazione nel lungo periodo», spiega l’esperta. Secondo l’indice Common Inflation Expectations della Fed, le aspettative di inflazione sembrano aggirarsi intorno all’obiettivo di lungo periodo del 2%. Tuttavia, se una serie di fattori transitori (come il recente uragano) «produce un’inflazione più marcata e persistente, le aspettative rischiano di accelerare ulteriormente, rendendo necessaria una reazione più aggressiva da parte della banca centrale americana. Per quanto le aspettative di lungo periodo non abbiano ancora mostrato questo tipo di tendenza, si tratta di un rischio che la Fed vuole probabilmente mitigare», spiega Pimco.

Sul fatto che la banca centrale americana inizi davvero il tapering a novembre, Wilding ha qualche dubbio, perché il prossimo meeting del Fomc arriverà quando il tetto del debito del Tesoro americano «diventerà vincolante. In passato la volatilità del mercato è aumentata prima di queste scadenze, e la Fed probabilmente sta pianificando lo scenario in cui i pagamenti delle cedole del Tesoro sono ritardati o, nel peggiore dei casi, le aste del Tesoro falliscono», spiega la specialista. Di conseguenza, «vediamo il rischio che l’annuncio sia ritardato fino alla riunione di dicembre». Ma, indipendentemente dal fatto che la Fed inizi il tapering a novembre o dicembre, Pimco crede che la banca centrale possa facilmente regolare il ritmo del tapering per terminare il programma di acquisto entro la metà del 2022, in tempo per alzare i tassi.

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Fonte: Milano Finanza del 26/09/2021