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F+D+C+A-P: la formula da risolvere per il passaggio generazionale

By 09/09/2023Settembre 11th, 2023No Comments

di Bernardo Bertoldi (Docente di Family Business Strategy, Università di Torino)

Per molti imprenditori agosto e l’inizio di settembre sono momenti di riflessione prima delle corse verso il Natale, il fine anno e la chiusura del bilancio. È probabile che per alcuni queste settimane abbia portato a pensieri sul loro passaggio generazionale. Si tratta di una dannazione per ogni imprenditore che non vuole vendere l’azienda: tutti gli dicono che è difficilissimo, alcuni addirittura che è moralmente sbagliato lasciare ai figli l’azienda, pochi offrono consigli pratici sul come affrontarlo.

L’accademia è concorde nell’affermare che il passaggio generazionale è un processo e non un evento e che va iniziato per tempo. Familyandtrends ha definito una formula per stabilire quando il processo vada terminato e, a ritroso, quando vada iniziato.

Perché un imprenditore dovrebbe preoccuparsene? Il miglior modo per dare continuità all’impresa è affidarla ad un nuovo imprenditore che, appoggiato da un azionariato unito, la adatti al mutato contesto competitivo, infatti in barba alla spada di Damocle della terza generazione le imprese familiari durano di più delle altre.

Quando? La generazione attuale dovrebbe aver compiuto il “passaggio” quando raggiunge un’età pari a F+D+C+A-P. Quindi se F=18, D=10, P=5, A=55, P=20 il passaggio deve essere concluso al compimento del sessantottesimo anno. È presto o è tardi? Vediamo le diverse variabili.

F, D e C rappresentano le tre fasi di sviluppo della prossima generazione: Fascino, Disciplina e Chiamata.

Nella prima fase, il fascino, il giovane è affascinato dall’attività dei genitori, ne è incuriosito, orgoglioso e stimolato dal vedere ed essere coinvolto in qualcosa di eccitante. La gratificazione è immediata ed è fatta dal riconoscimento dei genitori per il suo interesse e da come la sua famiglia e la sua azienda sono viste da amici e conoscenti. In questa fase si ricevono anche le basi dell’educazione imprenditoriale. Gli imprenditori, uomini pratici, che tendono a sottostimare questa fase dovrebbero approfondire il caso di Zsuzsa, Judit e Zsofia Polgar che furono cresciute in modo preordinato sin dall’infanzia per diventare maestre di scacchi dai propri genitori Laslzo e Klara… e diventarono tutte e tre. La fase del fascino inizia presto, intorno ai 5/8 anni e termina a 18/28 anni a seconda della velocità di maturazione e dal tipo di studi e di prime esperienze lavorative. I suoi effetti restano per tutta la vita. Per la nostra formula poniamo F pari a 18 (età della generazione successiva in cui termina la fase del fascino).

Nella seconda fase, la disciplina, si devono apprendere le tecniche manageriali e i processi aziendali e del settore industriale. In questa fase si deve imparare il rigore, la disciplina, le abilità, la precisione, la resistenza alla fatica ed alla tensione. La gratificazione è data dalla capacità di eccellere in attività complesse che richiedono competenze e carattere. In questa fase la gratificazione naturalmente non è immediata ed arriva spesso da soggetti non familiari, i.e. maestri. Questa è la fase in cui è consigliabile fare esperienza lontano dall’azienda di famiglia, dove è più facile essere disciplinati ma soprattutto dove è possibile imparare cose diverse e vedere il mondo da un altro punto di vista. La seconda fase inizia a 18/30 e può durare anni. È sconsigliabile che vada oltre i 35/45 anni. Per la nostra formula poniamo D pari a 10.

La terza fase, la chiamata, inizia quando si passa dalla precisione nella tecnica all’espressione personale della propria essenza imprenditoriale, si comincia a camminare con le proprie gambe. La nuova generazione inizierà a personalizzare “mischiando a modo suo” ciò che ha appreso nelle fasi precedenti creando la propria cifra imprenditoriale. La prima conseguenza di questa personalizzazione è la presa di coscienza del proprio agire imprenditoriale cui segue una visione propria del futuro del settore e dell’azienda. Questa visione si basa sulle qualità imprenditoriali della famiglia, apprese a partire dalla fase del fascino, e sulle competenze acquisite nella fase della disciplina. Si tratta di un’evoluzione del passato che tiene conto del mutato contesto competitivo generale e specifico dell’industria. La terza fase deve iniziare prima dei 35/45 anni. La fase di Chiamata può essere graduale e durare anche 3/8 anni o può essere improvvisa, in questo secondo caso può avvenire naturalmente o essere attivata da un evento drammatico. Per la nostra formula poniamo C pari a 5.

Tirando le somme abbiamo F 18, D 10, C 5 per un totale di 33 anni necessari per preparare un imprenditore della nuova generazione. Possono essere considerati tanti o pochi: ogni imprenditore può assegnare un valore più corretto per la propria situazione e definire la propria formula del passaggio generazionale.

Restano A e P: A è l’età della generazione attuale e P è l’età della prossima: la differenza tra le due grandezze serve a determinare il momento finale del passaggio: non è altro che la differenza di anni tra le due generazioni. Per la nostra formula A-P è pari a 35.

La formula non rende il passaggio generazionale più semplice ma offre un modo semplice per capire quando deve iniziare, da subito, e soprattutto quando deve finire: nel nostro caso a 68 anni. Buon lavoro e buoni calcoli alle generazioni attuali!

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Articolo tratto da “Il Sole 24 Ore” del 09/09/2023