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GOLF UN’ESPERIENZA “TRASFORMATIVA”

In questo sport, in cui il presupposto base è il fairplay, il rispetto, l’attenzione (anche agli altri) e la buona condotta sono fondamentali, come lo sono nella vita.

di Emanuela Musci, immortalata su un campo da golf.
Fonte: archivio personale.

Iniziai a giocare a golf per caso. Avevo circa 20 anni e trascorrevo gli ultimi giorni di agosto in Liguria, ospite nella casa al mare dei miei nonni paterni per preparare gli esami della sessione di settembre. Presi le prime lezioni al Golf Club Garlenda, regalo del mio caro zio golfista. La sfida con la pallina mi catturò immediatamente, al punto da continuare con le lezioni al mio rientro al Golf Club Bologna.

Al golf collego tempo e anni meravigliosi, inizialmente tempo spensierato dedicato allo sport, come solo gli studenti possono fare, anni di amicizie che continuano anche ora, di gare di circolo e di viaggi con la sacca al seguito: dalla California alla East Coast, dai Caraibi alla Scozia; ora tanti fine settimana golfistici con il mio compagno.

Diversamente da altri sport che pratico e che amo, come lo sci o il nuoto, il golf è molto più di uno sport, è un’esperienza trasformativa, come la definisce Laurie Ann Paul, filosofa della Yale University. Il golf è una filosofia di vita, è un comportamento dentro e fuori il campo: ti mette alla prova come persona, prima che come giocatore. Perciò credo che un buon giocatore di golf non sia solo chi ha un handicap single digit, ma sia soprattutto chi rispetta regole e  principi di questo sport. Il golf è un gioco in cui il rispetto, l’attenzione (anche agli altri) e la buona condotta sono fondamentali, come lo sono nella vita. Presupposto base è il fairplay. Il golf è uno sport in cui i giocatori si arbitrano  a soli: l’arbitro viene coinvolto solo se il giocatore o il suo marcatore non sanno come comportarsi nel rispetto del regolamento in una particolare circostanza. Stante che tecnicamente ho raggiunto un handicap di 17 (i golfisti veri  anno handicap sotto il 10) e che attualmente sono una golfista del fine settimana, sicuramente il golf mi ha insegnato tanto da un punto di vista dell’atteggiamento verso la vita.

Il golf ti insegna in primis il ‘qui e ora’, ti devi concentrare sul colpo che stai per tirare, non rimuginare sui colpi che hai già tirato. Il golf è un gioco che consente di essere socievoli o solitari: puoi giocare da solo e conoscere te stesso, così come puoi giocare con amici, nuovi o di lunga data e conoscerne il vero carattere. Il golf ha la capacità di tirar fuori il meglio e il peggio di ognuno: è una sfida con sé stessi. Se la si accetta con l’atteggiamento corretto, si ha la possibilità di migliorarsi. C’è un detto che recita più o meno “se vuoi conoscere veramente una persona devi giocarci assieme a golf”. Ciascuno di noi sa quanto il gioco e il risultato possano cambiare improvvisamente a seconda del  momento, anche dell’attitudine mentale.

Il parallelo tra il gioco del golf e la vita può continuare: sono necessarie strategia e tattica e i lettori di FundsPeople sanno bene quanto siano necessarie nelle nostre professioni; con la costanza dell’allenamento si è alla ricerca di un  continuo miglioramento (anche quando il fisico inizia a farti prendere coscienza dell’anagrafe); la tecnologia che si affaccia anche qui, trasformando l’allenamento e rendendo il campo pratica un crocevia tra un videogioco e un esercizio di statistica.

Alla base della passione per quella pallina sfaccettata vi è la sfida con sé stessi, il contatto con la natura e la capacità totalizzante del gioco di allontanare altri pensieri. Diversamente da altre discipline sportive, il golf ti costringe a scendere a patti con il fatto che il risultato dipende esclusivamente da te, a prescindere che tu sia in gara o meno: non c’è un avversario più bravo al di là della rete, c’è solo l’handicap che ci rende tutti uguali.

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Articolo tratto da “Funds People” del 20/10/2023